Mancano ormai pochi giorni e l’Europa potrà battezzare un altro record infrastrutturale. In Romania, sulle acque del Danubio, sta infatti per essere inaugurato il ponte di Brăila che diventerà il secondo ponte sospeso più lungo dell’Europa continentale per lunghezza della campata centrale. Parliamo di 1.120 metri sospesi sulle acque del grande fiume, con una larghezza di 31,7 metri e due torri alte 192,4 metri s.l.m., due veri e propri grattacieli che si affacciano sulle sponde del Danubio e aprono una nuova via di transito destinata a cambiare profondamente la mobilità dell’intera regione.
Brăila, una cittadina con 200mila abitanti nell’Est della Romania, ha sempre vissuto il Danubio come un muro invalicabile ma allo stesso tempo come una grande occasione di ricchezza. L’economia del centro si basa soprattutto sugli scambi commerciali assicurati dal fiume, da qui si capisce l’importanza strategica del nuovo ponte: da un lato permette alle navi oceaniche di medie dimensioni di passare sotto la sua campata e dall’altro offre ai viaggiatori la possibilità di raggiungere la riva opposta in appena due minuti, contro i 45 minuti necessari prima della sua realizzazione
Ponte di Brăila: costruire una grande opera
Un maxi ponte sospeso è una e tante opere insieme. La sua lunghezza complessiva di 1.975 metri e la campata di 1.120 metri sono solo gli elementi più visibili delle centinaia di interventi strutturali che richiede una infrastruttura del genere.
Il progetto Brăila, oltre al ponte realizzato dal Gruppo Webuild, contiene al suo interno anche la costruzione di 36 ponti minori, due viadotti di accesso, 21 chilometri di strade a scorrimento veloce. Per dare una misura della grandiosità del progetto, i due cavi portanti che sorreggono la campata sono costituiti da 18.000 fili d’acciaio la cui lunghezza complessiva raggiunge i 38.000 chilometri, poco meno dell’intera circonferenza terrestre.
Un’opera che non è solo grandiosa ma anche innovativa e sostenibile. Per via delle caratteristiche del suolo e considerata la medio-sismicità dell’area, sono state adottate tecniche costruttive speciali, come il ricorso a pali di grande diametro per le fondazioni, lo scavo di pozzi estesi e profondi, oltre a impianti innovativi per l’estrazione dell’acqua dalle falde sotterranee.
Attenzione massima è stata riposta su ogni elemento dell’opera a cominciare dal calcestruzzo utilizzato, tanto da assicurare al ponte il Premio AICAP, che promuove l’eccellenza italiana nell’utilizzo di calcestruzzo strutturale. Il diploma di eccellenza è stato consegnato nel 2022 proprio dall’Associazione Italiana Calcestruzzo Armato e Precompresso che ha riconosciuto la complessità nella costruzione delle altissime torri e le dimensioni dei blocchi di ancoraggio che tengono ben saldo il ponte alla terra. Solo i blocchi di ancoraggio hanno infatti un diametro di 47 metri e una profondità di 31 metri, dimensioni simili solo a quelle dei grandi ponti come il ponte di Akashi in Giappone, il secondo ponte sospeso più grande al mondo.
Un’opera che cambia i trasporti europei
Ci sono infrastrutture più strategiche di altre, opere che per caratteristiche e natura contribuiscono a mutare profondamente l’orizzonte sociale ed economico di una regione. Il ponte di Brăila è una di queste grazie a un impatto allargato, da un lato per quei 7mila veicoli al giorno che lo attraverseranno, dall’altro per le navi oceaniche che alimenteranno i transiti di merci sul Danubio.
È proprio per la sua unicità e l’impatto economico che l’opera è frutto di un’iniziativa congiunta, commissionata dal CNAIR per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture rumeno e finanziata dal Programma operativo europeo per le grandi infrastrutture (POIM). A giustificare lo stanziamento dell’Europa c’è non solo la programmazione dell’opera come parte delle reti TEN-T continentali, ma anche l’obiettivo di sviluppare l’economia del Distretto di Tulcea, di Brăila e dell’intera area Nord Est della Romania, un vasto territorio che comprende anche il Delta del Danubio, uno dei siti patrimonio dell’umanità per l’UNESCO. La tutela dell’ambiente accompagnata alla modernizzazione delle infrastrutture sono i principi che hanno alimentato il sogno del nuovo ponte che sta per essere inaugurato sul fiume navigabile più lungo dell’Unione europea.