Il Midwest americano si presenta con le carte in regola per compiere un salto triplo da record. L’area è stata identificata da decenni come la Corn Belt, la cintura del mais, e va da ovest dell’Ohio verso l’Iowa, includendo gli stati a sud dei grandi laghi, Michigan, Indiana, Illinois, Missouri e larghe fette di Nebraska e Minnesota. E allo stesso tempo si è vista incollare l’etichetta della Rust Belt, per indicare la deindustrializzazione e la perdita di posti di lavoro con acciaierie arrugginite e fabbriche automobilistiche dismesse.
Tuttavia con la rapidità tipica dei boom americani, oggi la stessa area si rivela come un vero e proprio hub tecnologico, passando da Corn a Rust fino a diventare una Tech Belt, tanto da far arrossire di sorpresa e gelosia le più ricche comunità della Silicon Valley californiana.
Il crescente successo di alcune città come Columbus, capitale dell’Ohio, o Indianapolis, capitale dell’Indiana o più affettuosamente chiamata Indy che la rivista Forbes ha catalogato al quinto posto per la capacità di creare posti di lavoro in campo tecnologico, disegna una destinazione futura del tutto nuova per il Midwest. La spinta, peraltro, viene proprio da Google, Amazon e altri giganti hi-tech, che hanno scelto queste aree per sviluppare enormi centri logistici, distributivi e produttivi.
Il futuro del Midwest e il miracolo Columbus
Columbus è sede dell’Ohio University e negli ultimi cinque anni ha visto una rapida crescita degli investimenti nel settore privato. Intel ha avviato nell’area la costruzione di due nuove fabbriche di semiconduttori all’avanguardia, con un impegno annunciato in più di 20 miliardi di dollari. Google ha in progetto la realizzazione di un nuovo data center per oltre due miliardi. L’azienda terapeutica Amgen ha annunciato la costruzione di un nuovo impianto di bio-produzione, che fornirà 400 posti di lavoro per l’assemblaggio e il confezionamento dei medicinali. Amazon è pronta a realizzare il secondo più grande investimento del settore privato nella storia dello stato, con circa 7,8 miliardi di dollari nei prossimi sei anni per costruire attività di data center nell’Ohio centrale.
«L’Ohio è diventato un posto molto attraente per noi. È ancora più attraente oggi che continuiamo a operare lì e a costruire data center», ha affermato Shannon Kellogg, vicepresidente delle politiche pubbliche di Amazon. «È un ottimo posto per fare affari», ha concluso.
Grandi investimenti per il rilancio delle infrastrutture
La nuova Tech Belt punta ad attirare altri nomi di alto profilo come Apple o Tesla, o protagonisti del venture capital come Sequoia Capital, Accel o Andreessen Horowitz che per ora restano alla finestra, ma negli ultimi dieci anni gli investimenti in capitale di rischio sono quadruplicati e nella regione si sono formate 18.000 startup. I talenti tecnologici si stanno spostando dalla costa occidentale e Columbus e Indianapolis stanno assistendo a boom demografici.
Con l’avanzare degli impianti per lo sviluppo di nuove tecnologie anche le infrastrutture di base, come strade, aeroporti, sistemi idrici stanno vivendo un’impennata rispetto al passato. La richiesta di esperienza di costruttori di grandi opere si risveglia per far fronte all’aumento demografico e abitativo. Lane Construction (Gruppo Webuild) ha portato nel Midwest il know-how nel tunnelling per lo smaltimento delle acque reflue e il salvataggio di fiumi e bacini idrici, con realizzazioni a Fort Wayne (Indiana), a Cleveland (Ohio), a Kansas City (Missouri).
È troppo presto per veder assorbiti gli effetti delle fabbriche arrugginite e dalla perdita di posti di lavoro, ma il governatore dell’Ohio Mike DeWine e il suo vice Jon Husted sono convinti che le nuove competenze tecnologiche possano far avanzare tutta l’economia dello stato, da quella agricola a quella industriale. A patto, sottolineano entrambi, che chi gestisce la cosa pubblica sappia dare risposte adeguate e tempestive ai nuovi investitori.