La storia del porto di Rotterdam coincide con quella della città che per secoli è cresciuta intorno al suo grande scalo. Seconda città dei Paesi Bassi per numero di abitanti – 640 mila circa – insieme all’Aia costituisce l’undicesima area per popolazione all’interno dell’Unione Europea. Vista la sua posizione, e vista la grande importanza del suo porto, non a caso oggetto di questo articolo, Rotterdam è spesso chiamata “Porta d’Europa”: al termine di questo articolo questo nomignolo sarà assolutamente chiaro e giustificato. Scopriamone di più.
Il porto di Rotterdam e le curiosità sulla città
Rotterdam sorge nella provincia dell’Olanda Meridionale, in lingua olandese Zuidholland, lungo una larga ansa del fiume Nuova Mosa, un ramo del delta in cui confluiscono sia la Mosa che il Reno. Più nello specifico, la città è nata a 18 chilometri dal Mare del Nord, lì dove confluisce la Rotte: il nome del centro urbano, in effetti, deriva proprio dall’unione delle parole “Rotte” e “dam”, a indicare la diga sulla Rotte. Sembra che qui, nel nono secolo, ci fosse semplicemente un villaggio di pescatori; la nascita della città di Rotterdam è datata ufficialmente nel 1298, mentre i diritti di città le furono riconosciuti nel 1340, all’inizio della sua lunga fortuna di fiorente centro commerciale. Vediamo quindi la storia del porto di Rotterdam, non prima però di aver descritto brevemente lo scalo attuale.
Il porto di Rotterdam oggi
Attualmente il porto di Rotterdam si estende per una lunghezza di 40 chilometri e una larghezza di 10 chilometri. Ogni anno ospita circa 30.000 navi oceaniche e 130.00 navi fluviali, potendo contare su circa 2.000 ettari di bacini, per un totale oltre 10.00 ettari, per l’appunto tra bacini, aree di stoccaggio e strutture industriali. Nel 2022 il porto ha movimentato complessivamente 467 milioni di tonnellate di merci, non esclusi i 14,4 milioni di TEU di soli container. Con questi dati il porto di Rotterdam conquista il primato di più grande porto d’Europa, nonché del più grande porto marittimo del mondo all’infuori dell’Asia Orientale: si parla infatti del terzo porto più grande al mondo per quantità di merci scambiate, dopo gli scali di Shanghai e di Singapore; fino al 2004 il primato è stato nella mani del porto olandese. Durante l’emergenza sanitaria, e in particolar modo durante il tilt del lockdown cinese causato dalla variante Omicron, il porto di Rotterdam ha ri-guadagnato peraltro importanza del panorama della logistica mondiale. Ma come si è arrivati a un porto così grande e così importante in Europa? Ripercorriamo le tappe dell’evoluzione del porto di Rotterdam, fin dal Medioevo.
La storia del porto di Rotterdam
Oggi l’area in cui si si trova il porto di Rotterdam viene chiamata Europoort: oltre alla zona portuale vera e propria conta l’adiacente zona industriale. Eppure, tutto iniziò da un piccolissimo porto usato per le sole barche dei pescatori, nel corso del 14° secolo: a quel tempo il porto di Rotterdam si trovava negli immediati pressi del vecchio centro storico della città. Nel 1340 ci fu il primo vero cambio di passo, con la trasformazione del vecchio porticciolo in un porto commerciale vero e proprio e con la costruzione di un canale a collegare Rotterdam con Leyda e Delft, così da rendere più agevole il trasporto della lana proveniente dall’Inghilterra. Da lì iniziò la lunga fortuna del Porto di Rotterdam, il quale però, insieme alla città, dovette affrontare più volte delle prove tutt’altro che semplici: si pensi all’assedio del 1489, a opera di Massimiliano d’Austria; all’incendio del 1563, che mise in ginocchio la città; nonché ai diversi saccheggi subiti dalla città, tra i quali quello ad opera degli Spagnoli, pochi anni dopo il grande incendio.
L’anno della svolta
Se si dovesse però individuare l’anno in cui il porto di Rotterdam si è avviato nella direzione giusta per diventare il colosso del commercio marittimo che è oggi, probabilmente quello è il 1872: quell’anno infatti venne scavato il Nieuwe Waterweg – la nuova via d’acqua, il nuovo canale – che permise effettivamente al Porto di Rotterdam di poter ospitare più comodamente delle navi oceaniche, e quindi di stazza importante. Da quel momento, grazie all’accesso diretto dal mare al porto, i volumi di merci in arrivo e in partenza aumentarono a dismisura, con il porto di Rotterdam a collegare l’Europa con il resto del mondo in modo molto più efficiente.
Il Nieuwe Waterweg in questione è lungo 18 chilometri, e fu proprio la sua inaugurazione a rendere successivamente necessaria la creazione di nuovi bacini: tra il 1870 e il 1940 se ne costruirono ben 20, alcuni dei quali enormi. Con il crescere del porto aumentarono le attività industriali della città e dei dintorni, dalle miniere ai cantieri navali, per arrivare fino alle raffinerie.
Il declino e poi la ripresa del Secondo Dopoguerra
A interrompere drasticamente l’attività e la crescita del porto olandese fu la Seconda Guerra Mondiale. Ci fu prima il terribile bombardamento tedesco a distruggere buona parte della città, il 14 maggio 1940, con oltre 200.000 edifici rasi al suolo; successivamente la città fu preda dei bombardamenti alleati, per mettere in difficoltà l’esercito nazista; infine, ci fu la decisione tedesca di distruggere ben 7 chilometri di banchine, nel settembre del 1944, per rendere impossibile l’utilizzo del porto da parte degli alleati per la liberazione dell’Olanda.
Nel Dopoguerra si avviò quindi la difficile e lunga ricostruzione del porto di Rotterdam, passaggio che venne però sfruttato intelligentemente per espandere e modernizzare l’intera area portuale; oltre a ricostruire i vecchi moli si pensò quindi di creare nuove strutture nella zona di Botlek, per poi procedere – negli anni Sessanta – con la bonifica dell’area a sud del fiume, per dare il via al complesso Europoort, divenuto poco dopo il cuore dell’industria petrolchimica e di raffinazione del petrolio d’Europa. Fu grazie a questi lavori che a partire dal 1962 il porto di Rotterdam diventò il porto più grande del mondo, strappando il primato allo scalo di New York. Ulteriori ampliamenti vennero poi effettuati negli anni Settanta, in risposta alla containerizzazione del trasporto navale, che portò per esempio all’espansione del porto nell’area di Maasvlatke, negli anni Ottanta, per arrivare infine negli anni 2010 a una struttura a largo nel mare del nord, battezzata Maasvlatke II. Questa struttura, inaugurata nel 2015, dovrebbe essere completata del tutto entro il 2030.