A poco meno di un’ora da Washington D.C. esiste un’altra capitale. Si tratta di un luogo o, meglio, di un non-luogo, chiamato Ashburn. Si trova nella contea di Loudoun in Virginia e viene definito census-designated place (CDP), vale a dire “concentrazione di persone”, espressione utilizzata dall’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti soltanto a fini statistici. Secondo l’ultimo dato ufficiale (2022), qui hanno scelto di vivere 45.479 persone, sicuramente per l’ottima qualità della vita di questo posto. Ma, soprattutto, perché Ashburn è la capitale mondiale dei data center tant’è che è conosciuta anche come “The Center of the Internet” e “Data Center Alley”.
Ma cosa sono i data center? La sua storia inizia nei primi anni ’90 quando il boom di Internet impose la necessità di trovare un luogo fisico per installare i grandi server dell’epoca. La matita rossa degli States finì dunque in questo fazzoletto di terra, dove il terreno per costruirci era disponibile a prezzi ragionevoli e il costo dell’elettricità è inferiore del 20% rispetto alla media naturale. E così da allora Ashburn è diventata l’ombelico dell’universo della Rete: qui ogni giorno è stimato transiti il 70% del traffico internet globale.
Il polo dei data center che ad Ashburn si è sviluppato è stato il primo al mondo a superare 1 gigawatt di capacità complessiva. E oggi, solo nella contea di Loudoun, di questi impianti se ne contano circa 260, che generano intorno ai 600 milioni di dollari di entrate fiscali.
I data center nel mondo
Nel 2023 il settore dei data center a livello globale ha fatturato 325,9 miliardi di dollari ed è previsto che entro il 2028 raggiungerà quasi 440 miliardi.
Secondo il Data Center Map, in 159 paesi del mondo operano 8.311 impianti di questo tipo, di cui 3.059 negli Usa, 405 in Germania, 376 nel Regno Unito, 252 in India, 247 in Canada, 244 in Australia, 242 in Francia, 187 in Cina, 178 nei Paesi Bassi, 169 in Giappone, 162 in Brasile, 153 in Italia. Si tratta comunque di dati che cambiano in fretta per la crescente domanda di tale tipologia di infrastrutture.
La loro forte richiesta ha innescato una vera e propria corsa all’oro nella costruzione di building adatti a ospitarli e che vede impegnate grandi aziende tecnologiche, big delle telecomunicazioni, banche, assicurazioni e ovviamente investitori che poi li affittano a terzi.
Il boom dei data center traina il settore delle costruzioni
Secondo le stime di McKinsey, dal 2023 al 2030 la domanda globale di capacità dei data center potrebbe aumentare a un tasso annuo compreso tra il 19% e il 22%. Di conseguenza, la crescente esigenza di raccogliere, immagazzinare e gestire quantità sempre maggiori di dati impone su scala mondiale la costruzione e lo sviluppo di nuovi impianti all’avanguardia, tecnologicamente avanzati e sofisticati.
Secondo Moody’s, il mercato delle costruzioni di queste strutture – in cui opera anche il Gruppo Webuild con la sua partecipata CSC Costruzioni – assisterà entro il 2028 al raddoppio della loro capacità globale. Risultato che verrà raggiunto anche grazie al supporto dell’Intelligenza Artificiale.
L’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano ha calcolato che tra il 2022 e il 2023 in Italia gli investimenti sui data center in Italia sono aumentati del 10%, una percentuale superiore rispetto a quella registrata in Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Francia. L’Osservatorio stima anche che nel periodo 2023-2025 questo mercato solo in Italia avrà la capacità di attrarre fino a 15 miliardi di euro di potenziali investimenti.
Alcuni fra i più grandi data center del mondo
China Telecom Inner Mongolia Park
Situato a Horinger, nella regione di Hothot in Mongolia, è stato costruito con un investimento di 3 miliardi di dollari e copre una superficie di un chilometro quadrato. All’interno sono presenti un data center di cloud computing, call center, magazzini, uffici e alloggi, il tutto alimentato da circa 150MW di energia. È considerato il più grande e complesso data center al mondo e tra i suoi maggiori fruitori ci sono colossi del calibro di Alibaba, la più grande multinazionale cinese specializzata nell’e-commerce.
Switch Supernap, Las Vegas
Il complesso situato poco fuori Las Vegas rivaleggia con il China Telecom Inner Mongolia Park per grandezza e modernità. Il Core Campus di Las Vegas è attualmente formato da 11 data center operativi che si estendono su 190mila metri quadrati. Una volta completato l’ampliamento, il Campus misurerà circa 210mila metri quadrati con l’aggiunta di un nuovo edificio. In termini di modernità e sostenibilità Switch Supernap è stata una delle prime aziende di data center al mondo a impegnarsi ad alimentare interamente i propri centri con energia rinnovabile. Obiettivo che è stato raggiunto collaborando a un innovativo progetto sviluppato su larga scala da Tesla.
China Telecom Data Center
Copre una superficie di 586mila metri quadrati nella regione di Guiyang ed è stato edificato dalla compagnia di telecomunicazioni cinese per espandere i propri servizi cloud e supportare lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale e big data.
Lakeside Technology Center, Chicago
Digital Realty è proprietaria e gestisce uno dei più grandi data center al mondo situato nella città di Chicago in un ex stabilimento tipografico. La struttura è stata riadattata e modernizzata per fornire servizi IT all’avanguardia e di cloud computing. Questo data center si sviluppa su 102mila metri quadrati e fornisce più di 100 MW di potenza. È tra i più interconnessi del Midwest con oltre 70 provider di rete, e ospita migliaia di server per aziende come Google, Microsoft e Facebook.
Amazon Web Services, Dublino
Il colosso delle vendite online Amazon ha scelto Dublino per costruire il suo maxi data center. Il centro occupa una superficie di 93mila metri quadrati ed è uno dei più grandi fornitori di cloud a livello mondiale. La struttura, alimentata con fonti esclusivamente rinnovabili, è considerata un hub tecnologico chiave per le operazioni europee di Amazon. Circa un anno fa l’azienda ha ottenuto il permesso per costruire altri tre data center a Dublino, raddoppiando la capacità del campus nei prossimi anni.
Microsoft Data Center, Quincy
Realizzato nella città di Quincy, nello stato di Washington, occupa una superficie di 74mila metri quadrati. La sua posizione geografica è stata scelta non solo per il clima fresco della regione utile alla riduzione dei consumi energetici, ma anche per l’abbondanza di fibra ottica e il costo estremamente basso dell’energia elettrica. Il campus assicura il funzionamento dei servizi globali di Microsoft. Fino al 2015 è stato il data center più grande al mondo.
Google Data Center, Eemshaven
Il Google Data Center sorge a Eemshaven, nei Paesi Bassi. Il centro si sviluppa su un’area di 37mila metri quadrati e assicura la gestione della vasta gamma di servizi di Google, dai dati per il motore di ricerca, ai servizi Gmail e i canali YouTube. Anche questa struttura è alimentata da energia rinnovabile grazie a turbine eoliche e pannelli solari. Per Google questo centro è stato il punto di partenza per espandere le sue infrastrutture in altre parti d’Europa.
Data Center Facebook, Luleå
Il colosso di Menlo Park ha realizzato il proprio data center a Luleå, nella Svezia settentrionale. Il campus occupa una superficie di 28mila metri quadrati e sfrutta il clima freddo per raffreddare naturalmente la struttura, riducendo così il consumo di energia e sfruttando al tempo stesso fonti rinnovabili. Questo grande server supporta la mole di utenti Facebook e permette alla sua piattaforma di gestire una super quantità di traffico e dati.
Il data center di Webuild in Svizzera
Il Gruppo Webuild, anche con la sua controllata CSC, è attivo nella costruzione di data center in Europa. In Svizzera Webuild e CSC sono impegnate nell’ambizioso progetto GEN02 a Gland, nei pressi di Ginevra, che punta a essere altamente innovativo per assicurare il completamento dell’intero network di data center realizzati in Svizzera da Stack Infrastructure. Il gruppo Webuild ha inoltre ottenuto l’aggiudicazione dei contratti Design & Build per due Data Center nell’area di Zurigo, per cui è previsto che i lavori inizino nella seconda metà del 2025.